domenica 4 novembre 2012

LA CIVILTÀ DEGLI EBREI



La Palestina è una terra stretta tra mare e deserto ed è attraversata dal fiume Giordano. Qui, nel 2000 a.C. circa, sono arrivati gli Ebrei, tribù di pastori, guidate da un patriarca, Abramo, alla ricerca di una terra fertile. La storia degli antichi Ebrei può essere divisa in periodi.

Le origini: dal 2000 a.C. al 1700 a.C.
A partire dal II millennio una tribù di pastori proveniente dalla Mesopotamia si stanziò in Palestina, guidata, secondo la Bibbia,  dal patriarca Abramo. Ad Abramo, infatti, YHWH chiese di spostarsi da Ur verso la terra di Canaan (attuale Israele), la terra promessa. Lì morì Abramo e si svolsero le vicende di suo figlio Isacco e suo nipote Giacobbe, poi rinominato Israele.
Tra i figli di Giacobbe,  Giuseppe , venduto dai fratelli come schiavo in Egitto, riuscì a diventare viceré del paese. Riappacificato coi fratelli, invitò il clan nomade a stabilirsi in Egitto.

Dalla Palestina in Egitto: dal 1700 a.C. al 1250 a.C.
Attorno al 1700 a.C. gli Ebrei emigrarono in Egitto. La loro terra, infatti era povera di acqua e quindi era difficile coltivarla e inoltre era stata invasa da popoli stranieri. Il soggiorno in Egitto sarebbe durato 400 anni. Gli Ebrei durante questo soggiorno vissero in pace e prosperarono fino a quando sorse un nuovo re (tradizionalmente identificato con Ramses II) che li oppresse, obbligandoli ai lavori forzati. Grazie a Mosè e all'intervento miracoloso di Dio con le cosiddette "dieci piaghe" il popolo riuscì a uscire dal paese (Esodo) passando, tradizionalmente, il Mar Rosso. L'Esodo è tradizionalmente collocato attorno al 1250-1230 a.C.

Dall’Egitto in Palestina: dal 1250 a.C. al 1200 a.C.
A causa dei maltrattamenti gli Ebrei, guidati da Mosè, decisero di abbandonare l’Egitto. Il popolo non raggiunse subito la Terra Promessa, ma vagò per 40 anni nel deserto. Durante la peregrinazione nel deserto Mosè, secondo la Bibbia, ricevette le Tavole della Legge (I dieci comandamenti) da Dio sul monte Sinai. Dopo un lungo e faticoso viaggio attraverso il deserto gli Ebrei tornarono in Palestina.

Gli Ebrei in Palestina: dal 1250 al 1230 circa
In Palestina le tribù si riunirono e fondarono il regno d’Israele.
Mosé morì prima di raggiungere la Terra Promessa. Il comando fu preso da Giosué, il quale, attraversato il Giordano, ad occupare gran parte della Palestina dopo una serie di battaglie contro i Cananei. Il territorio fu diviso tra undici tribù di Israele e una dodicesima tribù, quella di Levi, da cui erano tratti i sacerdoti, esclusa da ogni proprietà, che sarebbe vissuta disseminata tra le altre (dalle quali avrebbe ricevuto la decima parte dei prodotti dell’agricoltura). Alla morte di Giosuè le dodici tribù ripresero la loro autonomia e si governarono da sole conservando soltanto legami religiosi tra loro.
Dovendo però lottare duramente contro i popoli confinanti, nei momenti di maggiore pericolo sceglievano dei capi militari e politici detti Giudici (1230-1020). Tra i giudici si ricorda Sansone, celebre per la sua forza.

Il regno di Israele dal 990 a.C. al 70 d.C.
La minaccia dei popoli confinanti si faceva sempre più pericolosa e pressante: fu quindi necessario costituirsi in monarchia.  Samuele, ultimo dei giudici e sommo sacerdote, consacrò re Saul (1020-1000) su indicazione divina. Saul sconfisse i Filistei e altri popoli nemici in diverse battaglie ma, sconfitto dai Filistei presso il monte Gilboa, si uccise sul campo di battaglia.
Successore di Saul fu Davide(1000-961),  
suo genero, il più grande tra i re d’Israele. Davide sconfisse definitivamente i Filistei e altri nemici d’Israele; estese i confini del regno fino alla Siria, l’Eufrate e il mar Rosso. Conquistò Gerusalemme e ne fece la capitale del regno, nonché centro politico e religioso del suo popolo. Approfittando del suo immenso prestigio limitò molto l’autonomia delle tribù accentrando i poteri del re.
Grande e famoso fu anche Salomone (961-922), 
figlio di Davide, il quale si dedicò a dare al suo popolo prosperità e splendide opere edilizie. Salomone protesse gli artisti, fece costruire una magnifica reggia e il tempio di Gerusalemme, strinse relazioni politiche e commerciali con gli Egiziani e con la favolosa regina di Saba. Divenuto leggendario per la sua sapienza, Salomone scrisse anche tre libri sacri. I forti tributi imposti da Salomone per la costruzione di edifici pubblici e per il lusso della corte provocarono un gran malcontento tra la gente: in seguito a una grande insurrezione, ben dieci tribù si staccarono dal regno.
Si formarono così due regni:
-          a nord il regno d’Israele (925-722), formato dalle dieci tribù secessioniste, con capitale Samaria;
-          a sud il regno di Giuda (925 - 586), formato dalla tribù di Saul e dalla tribù di Davide, con capitale Gerusalemme.
Approfittarono di questa divisione e del conseguente indebolimento:
-         gli Assiri, che sotto il re Sargon II posero fine al regno d’Israele nel 722 a.C., deportando la popolazione in Assiria;
-          i Babilonesi, che sotto il re Nabucodonosor nel 586 a.C. distrussero Gerusalemme e deportarono gran parte della popolazione ebraica a Babilonia.
Nel 538, il re di Persia Ciro il Grande, conquistata Babilonia, autorizza il ritorno degli ebrei in Palestina e la ricostruzione del Tempio, che verrà detto «secondo Tempio» e sarà consacrato nel 515. La Giudea rimane provincia dell’impero persiano, godendo però di una certa autonomia.
Un re greco della Macedonia,  Alessandro Magno, conquistò poi la Persia e con essa gli Ebrei nel 332 a.C.. Alla sua morte l'impero si divise e gli Ebrei restarono nell'ambito politico dei vari potentati ellenistici, soprattutto di quello di Siria.

Abbandono della Palestina 70 d.C.
La Palestina divenne poi un territorio governato dagli antichi Romani. Dopo molti tentativi da parte degli Ebrei di ribellarsi, nel 70 d.C. i Romani obbligarono gli Ebrei ad abbandonare la loro terra. Ha così inizio una nuova diàspora, la migrazione degli Ebrei in tutto il mondo.

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