mercoledì 21 novembre 2012

Il conflitto ISRAELO-PALESTINESE



PREMESSA
In seguito alla diaspora degli Ebrei dopo il 70 d.C. ( quando i Romani, conquistato il territorio, distrussero il tempio di Gerusalemme), la Palestina è stata abitata per secoli dagli Arabi
      (insieme ad una ristretta minoranza di Ebrei).
Sul finire del 1800, sorse il movimento sionista, che si prefiggeva di far tornare gli Ebrei esuli in Palestina (Sion era la collina su cui sorgeva Gerusalemme): si ebbe così una prima ondata di rientro nella “terra promessa”.
Al termine della Prima Guerra Mondiale (1918), la Gran Bretagna aveva il governatorato della Palestina e permise il ritorno di altri Ebrei in patria.
Durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945), le persecuzioni naziste e l’Olocausto (lo sterminio di 6 milioni di Ebrei) portarono a nuove immigrazioni in Palestina.  Al termine della guerra, nello stesso territorio abitavano circa 500.000 Ebrei e 1.200.000 Palestinesi .
Nel 1947 l’O.N.U., a parziale risarcimento di quel genocidio, diede agli Ebrei una buona parte del territorio palestinese: la risoluzione, però, non fu accettata dai Palestinesi (Arabi).
Nel 1948 fu proclamato lo Stato di Israele  nel territorio abitato dagli Ebrei.  

LE GUERRE
Nel 1949 si ha la prima guerra israelo-palestinese: gli Arabi della Palestina           
      e degli Stati confinanti, che non avevano accettato la spartizione, dichiararono guerra agli Israeliani (Ebrei); questi ultimi vinsero la guerra ed estesero i propri territori.    
      In seguito a ciò, circa 700.000 Palestinesi abbandonarono la propria terra, rifugiandosi in Cisgiordania e nella striscia di Gaza.
Sorse poi  l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP, 1964), con a capo Yasser ARAFAT. Questa organizzazione da un lato cercava legittimazione sul piano internazionale, dall’altro organizzava attacchi terroristici ai danni di Israele.
Nel 1967, nella cosiddetta “Guerra dei sei giorni”, Israele attaccò il popolo palestinese ed estese ulteriormente il proprio territorio su Gerusalemme est, sulla striscia di Gaza , sul Sinai (Egitto), sulla Cisgiordania, sulle alture del Golan (Siria). Altri gruppi di Palestinesi dovettero spostarsi, raggiungendo i territori  del Libano e della Giordania.
Nel 1973 Egitto e Siria tentarono di riconquistare i territori occupati, ma furono sconfitti.
Nel 1978 Israele ed Egitto firmarono gli accordi di Camp David (USA), che segnarono la pace fra i due Stati e la restituzione del Sinai all’Egitto.
Nel 1987 si ebbe una sollevazione palestinese di massa (INTIFADA, “rivolta”)contro il dominio israeliano, che iniziò nel campo profughi di Jabaliyya e presto si estese attraverso Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est: la ribellione fu duramente repressa da Israele.
Nel 1993 venne firmato un accordo a Washington, con cui l’OLP riconosceva il principio della spartizione della Palestina in due Stati e quindi l’esistenza dello Stato di Israele, Israele invece riconosceva l’autorità palestinese su Gaza e su alcune aree della Cisgiordania: purtroppo l’accordo durò pochi anni.
Nel 2000, tuttavia, i bombardamenti israeliani e la rivolta dei palestinesi (seconda INTIFADA) con gli attentati suicidi provocarono numerose vittime: si ebbe poi  una successione di fatti violenti, che aumentarono rapidamente di intensità e proseguirono per anni, assumendo i caratteri di una guerra d'attrito.
Dal 2002 Israele costruiva un muro di 800 km circa intorno alla Cisgiordania (comprendente Gerusalemme est), con lo scopo di impedire l’accesso ai terroristi ; al suo interno vivono 2 milioni e mezzo di Palestinesi e, in insediamenti controllati dall’esercito israeliano, 250.000 Ebrei, in espansione.
Nel 2005, morto Arafat, arrivò una leadership palestinese più aperta al dialogo ma anche meno tollerante nei confronti del terrorismo; il governo israeliano, nel frattempo, sotto la guida del premier SHARON, sgomberava gli insediamenti ebraici nella striscia di Gaza (consegnando l'intero territorio all'Autorità Nazionale Palestinese).
Nel 2006, in Palestina, vinse le elezioni un movimento fondamentalista e violento, HAMAS,
      che intensificò i lanci di missili da Gaza sulle città israeliane, e scavò numerosi tunnel sotterranei sul confine egiziano per il rifornimento di armi e beni.
Nel settembre 2007, dopo che HAMAS aveva preso il controllo della Striscia di Gaza, Israele dichiarò Gaza "territorio ostile": interruppe perciò la fornitura di elettricità, carburante, ecc. a Gaza e rese impossibile esportare qualsiasi manufatto prodotto nella Striscia. Lo scopo di questo blocco è stato quello di far pressione su HAMAS affinché mettesse fine al lancio di razzi verso Israele. La decisione di tagliare le forniture di carburante a Gaza è stata condannata come "punizione collettiva" dalla Lega Araba.
Nel 2008-2009, dopo il lancio di razzi da parte di HAMAS, Israele ha di nuovo attaccato Gaza, provocando molte vittime fra i civili.

Ancora oggi, nel 2012, sotto il premier Netanyahu, vengono lanciati missili israeliani a Gaza, mentre sotto la guida di Hamas e del suo leader Meshaal , razzi palestinesi colpiscono le città israeliane. La diplomazia internazionale, frattanto, è in trattative al Cairo.

Nessun commento:

Posta un commento