OTTAVIANO AUGUSTO
TIBERIO
CALIGOLA
CLAUDIO
NERONE
VESPASIANO
TITO
DOMIZIANO
NERVA
98 – 117 d.C. : TRAIANO
117 – 138 d.C. : ADRIANO
138 – 161 d.C. : ANTONINO PIO
MARCO AURELIO
COMMODO
211 – 217 d.C. : CARACALLA
Constitutio Antoniniana
284 – 305 d.C. : DIOCLEZIANO
306 – 337 d.C. : COSTANTINO I
379 –395 d.C. : TEODOSIO
476: La fine dell’Impero romano d’Occidente | L'ascesa di Augusto e gli imperatori Giulio-ClaudiQuando la Repubblica Romana (509 a.C. - 31 a.C.) arrivò alla fine, Caio Giulio Cesare Ottaviano, pronipote di Giulio Cesare e da lui adottato, rafforzò la sua posizione con la sconfitta del suo unico rivale per il potere, Marco Antonio, nella battaglia di Azio. Anni di guerra civile avevano lasciato Roma quasi senza legge. Tuttavia Roma non era ancora preparata ad accettare il controllo di un despota.
Caio Giulio Cesare Ottaviano nel 27 a.C., ufficialmente restituì il potere al Senato di Roma. Non solo il Senato respinse la proposta, ma gli fu anche dato il controllo della Spagna, Gallia e Siria. Poco dopo Il Senato gli concesse anche l'appellativo di "Augusto": diventò così il primo imperatore di Roma.
Augusto organizzò l'amministrazione dell'Impero con molta bravura. Fu un maestro nell'arte della propaganda, favorendo il consenso dei cittadini alle sue riforme. La pacificazione delle guerre civili fu celebrata come una nuova età dell'oro dagli scrittori e poeti contemporanei, come Orazio, Livio e soprattutto Virgilio.
Nel 14 d.C., Augusto morì e divenne imperatore suo nipote TIBERIO.
I primi anni del regno di Tiberio furono pacifici e relativamente tranquilli. Tiberio assicurò il potere di Roma e la sua ricchezza. Poi Tiberio si ritirò in sé stesso e diede il via ad una serie di processi ed esecuzioni per tradimento. Le persecuzioni continuarono fino alla morte di Tiberio nel 37.
Nel 37 divenne imperatore CALIGOLA, il suo pronipote. Caligola iniziò il regno ponendo fine alle persecuzioni e bruciando gli archivi dello zio. Ma sfortunatamente cadde presto malato ed iniziò a compiere atti insensati. Nel 41, Caligola cadde vittima di una congiura. L'unico membro rimasto della famiglia imperiale era un altro nipote di Tiberio: Tiberio Claudio Druso Nerone Germanico, noto come Claudio.
Nel 41 CLAUDIO divenne imperatore. Egli fu capace di amministrare con responsabile capacità. Riorganizzò la burocrazia e mise ordine nella cittadinanza e nei ruoli senatoriali. Proseguì la conquista e colonizzazione della Britannia, creando nel 43 la nuova provincia, ed aggiunse all'Impero molte province orientali. In Italia costruì un porto invernale ad Ostia.
Nel 54 divenne imperatore NERONE, figlio della seconda moglie di Tiberio. Inizialmente, lasciò il governo di Roma a sua madre ed ai suoi tutori, in particolare a Seneca. Tuttavia divenendo adulto, il suo desiderio di potere aumentò; fece giustiziare la madre ed i tutori. Durante il regno di Nerone ci fu una serie di rivolte e ribellioni in tutto l'Impero: in Britannia, Armenia, Partia e Giudea. Nel 68 Nerone si suicidò, e l'anno 69 (noto come l'anno dei quattro Imperatori) fu un anno di guerra civile, con gli Imperatori Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano al trono, in rapida successione. Alla fine dell'anno, Vespasiano riuscì a consolidare il suo potere come Imperatore di Roma.
Gli Imperatori FlaviTito Flavio VESPASIANO divenne imperatore nel 69. Era stato un Generale Romano di notevole successo ed aveva amministrato molte parti esterne dell'Impero. Vespasiano riuscì a liberare Roma dai problemi finanziari creati dagli eccessi di Nerone e dalle guerre civili. Aumentando molto le tasse, egli riuscì a raggiungere una eccedenza di bilancio ed a realizzare progetti di lavori pubblici. Egli fu il primo committente del Colosseo e costruì un Foro il cui centro era il Tempio della Pace.
Vespasiano fu inoltre effettivamente imperatore delle province. I suoi generali soffocarono ribellioni in Siria e Germania. Infatti in Germania riuscì ad allargare le frontiere dell'Impero, e gran parte della Bretagna fu portata sotto il dominio di Roma. Inoltre estese la Cittadinanza romana agli abitanti della Spagna. Con Vespasiano il potere divenne ereditario.
Nel 79 divenne infatti imperatore il figlio di Vespasiano, TITO. Il breve regno di Tito fu marcato dai disastri: nel 79 l'eruzione del Vesuvio distrusse Pompei, e nell'80 un incendio distrusse gran parte di Roma. La sua generosità nella ricostruzione dopo le tragedie, lo rese molto popolare. Tito fu molto fiero dei suoi progressi nella costruzione del grande anfiteatro (il Colosseo) cominciato dal padre. Tito morì nell'81 a 41 anni e ci furono voci che fosse stato assassinato dal fratello Domiziano, impaziente di succedergli.
Nell’81 divenne imperatore DOMIZIANO. Con lui i rapporti già tesi tra la dinastia flavia ed il senato si andarono sempre più rovinando. La parte finale del suo regno fu macchiata dalla condanna dei filosofi e, nel 95, dalla persecuzione contro i Cristiani. L'anno seguente Domiziano morì, vittima di una congiura.
Gli imperatori adottiviIl periodo che va dalla fine del I alla fine del II secolo d.C. è caratterizzato da una successione non più dinastica, ma adottiva, basata sui meriti dei singoli, scelti dagli imperatori come loro successori.
NERVA, imperatore tra il 96 e il 98, era un anziano senatore scelto come successore di Domiziano. Egli adottò un personaggio militare, Traiano.
TRAIANO fu imperatore negli anni 98-117. Durante questo periodo, l’impero romano raggiunse la sua massima estensione.
A lui succedette ADRIANO (117-138), che accrebbe i poteri del principe rispetto a quelli del senato ed unificò la legislazione dell'impero. Negli anni del suo regno vi fu un periodo di pace, turbata esclusivamente dalla seconda rivolta giudaica (132-135), e l'imperatore si occupò della fortificazione dei confini settentrionali, con la realizzazione del Vallo di Adriano in Britannia ed il consolidamento del confine germanico.
ANTONINO PIO (138-161), capostipite della dinastia degli Antonini, continuò la politica pacifica del predecessore, fu un saggio amministratore e riconfermò al senato le prerogative passate, tanto da meritarsi l'appellativo di pio.
Alla sua morte gli succedettero MARCO AURELIO (161-180) e Lucio Vero, morto nel 169. Il periodo del regno dell'imperatore filosofo (Marco Aurelio) non fu felice come i precedenti: dal 162 al 165 vi fu una guerra contro i Parti, nel 166 scoppiò una pestilenza, dal 167 al 175 le campagne contro Marcomanni e Quadi e la rivolta di Avidio Cassio in Oriente misero a dura prova le finanze dell'impero. I sintomi della crisi, che investì l'impero romano nel III secolo, si fecero maggiormente sentire con la successione al trono del figlio di M. Aurelio, Commodo.
COMMODO (180-192) con il suo atteggiamento dispotico favorì il malcontento delle province e dell'aristocrazia. Il suo assassinio diede il via ad un periodo di guerre civili. L'ultimo periodo della pax romana può essere considerata l'età più felice dell'impero romano: tramite la politica di pace instaurata e la prosperità derivatane il governo imperiale attirò consensi unanimi, tanto che Nerva ed i suoi successori sono anche noti come i cinque buoni imperatori.
La tarda età imperialeDurante il III secolo, le guerre civili, la crisi economica conseguente, l'indebolimento delle difese, la pressione dei barbari, i cambiamenti sociali e religiosi mettono in pericolo l'esistenza stessa dell'impero.
Nei primi anni del secolo la dinastia dei Severi attua una politica accentratrice ed un processo di democratizzazione. In tale programma si inserisce la Constitutio antoniniana promulgata da CARACALLA nel 212 che, concedendo la cittadinanza romana a tutti gli uomini liberi residenti nell'impero, sana le disparità giuridiche, fiscali ed amministrative.
(dinastia dei Severi)
Nel 235, l'assassinio di Alessandro Severo apre un periodo di anarchia militare, durante il quale si susseguono numerosissimi imperatori che restano in carica pochi mesi, o anche pochi giorni. In tale situazione, prevalgono gli interessi particolari delle differenti parti dell'impero, che cercano di risolvere con interventi pragmatici i problemi che il potere centrale non è in grado di risolvere.
Per equilibrare questa situazione DIOCLEZIANO, imperatore dal 284 al 305, istituisce la tetrarchia, (= 4 poteri, cioè 4 imperatori): tutto l'impero viene diviso in quattro grandi parti – le tetrarchie – e ai due imperatori col titolo di augustus, vengono uniti due "imperatori giovani", chiamati cesari. In realtà l’Impero romano è ancora un unico territorio, ma è governato in modo diverso.
COSTANTINO I, detto il Grande, (tetrarca d'Occidente) e Licinio (tetrarca d'Oriente), nel 313 promulgarono l'Editto di Milano (noto anche come Editto di tolleranza). Questo editto consentiva non solo ai cristiani ma a tutti di praticare liberamente la propria religione, vietando le persecuzioni anticristiane e ordinando che ai cristiani fossero restituite le Chiese e gli altri beni loro sequestrati.
Flavio TEODOSIO conosciuto anche come Teodosio I, fu imperatore dal 379 fino alla sua morte. Teodosio fu l'ultimo imperatore romano a regnare su un impero unificato. Gli imperatori che ereditarono da lui il potere si spartirono l'impero, che in seguito non fu mai più governato da un solo uomo. È passato alla storia anche per aver reso il Cristianesimo religione ufficiale di stato dell'Impero Romano.
Dopo il 395 l’impero romano è diviso fra Impero Romano d’Occidente e Impero Romano d’Oriente.
La pressione dei barbari ai confini e l'enorme estensione degli stessi rende l'esercito garante della sopravvivenza dello Stato ed il comando delle truppe è affidato ad ufficiali di carriera, che sostituiscono nell'incarico i senatori, spezzando il già labile legame fra il potere costituzionale e quello militare ed aprendo agli ufficiali la possibilità di ottenere cariche di notevole importanza nell'amministrazione dello Stato. Inoltre la necessità di frequenti leve estende il reclutamento a cittadini di tutto l'impero e, poi, anche ai barbari. Lo spopolamento delle campagne, dovuto sia alla crisi militare, sia alla scarsità di manodopera servile, porta ad una crisi economica, aggravata dall'insicurezza delle vie di comunicazione che causa la riduzione dei commerci. La necessità di mantenere in efficienza gli eserciti, comporta un grande aumento delle tasse, e la conseguente inflazione provoca un aumento dei prezzi, che colpisce soprattutto le città. Pestilenze e catastrofi naturali aggravano la situazione con un imponente calo della popolazione.
L’impero romano d’Occidente crolla nel 476, con la deposizione dell’imperatore ROMOLO AUGUSTOLO. L’impero Romano d’Oriente crollerà nel 1453. |